Un documento in forma di libro. “L’industria dello spettacolo inCampania”, così come concepito dall’Agis e realizzato dagli autori che ne hanno curato analisi e ricerche, elaborando poi i testi, offre uno spaccato importantissimo di un pianeta conosciutissimo da tutti, ma solo negli aspetti esteriori. Parlare di spettacolo, per i non addetti ai lavori, significa evocare il mondo dello “star system”, spargere le lodi dei protagonisti dei colossal cinematografici o delle grandi opere teatrali e perché no, dei motivetti e del cantante che ci ha accompagnato negli anni giovanili e che, magari, ancora ci fa sognare, ma senza mai chiedersi che cosa ci sia dietro tutto questo. La ricerca dell’Agis, però, stimola ad andare oltre, a riflettere sul ruolo che lo spettacolo – se analizzato nella sua complessità e nella sua completezza – ha oggi, e ancora di più potrà avere – se, ovviamente, accompagnato e sostenuto nella maniera adeguata – domani, sul piano dello sviluppo e della crescita sociale ed economica, nonché sulla qualità della vita in una regione, come la Campania, che per conformazione e posizione geografica, con l’ottanta per cento del suo territorio che affaccia sul mare, le ricchezze archeologiche che conserva, gli stupendi scenari naturali è, già di per sé, un palcoscenico all’aria aperta, nel quale si potrebbero incastonare – soprattutto, in estate – manifestazioni teatrali, concerti musicali e spettacoli d’alta qualità ed essere utilizzati quali location per pellicole cinematografiche. Chi non ricorda, e mi rivolgo soprattutto ai meno giovani e tanto per citare uno solo dei tanti esempi che si potrebbero fare, quanta suggestione ed emozione procuravano le rappresentazioni delle grandi opere degli scrittori latini e greci, così come i concerti di musica classica o le opere liriche, quando venivano riproposte nel Teatro Massimo degli Scavi pompeiani e di cui oggi si è persa traccia, ma che ancora qualche decennio addietro, rappresentavano il pezzo forte dell’estate in Campania e richiamavano spettatori di tutti il mondo. Perché, non provare a riproporli, magari chiamando ad organizzarli, facendole lavorare in sinergia, le professionalità e le competenze settoriale degli attuali protagonisti campani dello spettacolo, del turismo e della cultura? Anche perché, non scoprirebbe di certo l’acqua calda chi dicesse che spettacolo e turismo, rappresentano due facce di quella medaglia “cultura” che, magari come dice qualcuno, “non si mangia”, ma senza la quale – soprattutto se innervata e consolidata, dalla presenza di tradizioni radicate nei secoli – non c’è sviluppo ed arretra la civiltà. Ecco perché, a mio parere, pensare che le risorse investite in iniziative legate allo spettacolo non siano strumentali alla promozione turistica e dalla crescita di una regione, è un errore macroscopico.. Certo, non deve trattarsi di iniziative “una tantum”, ma organizzate per tempo ed in periodi significativi, fuori da qualsiasi “emergenza” congiunturale, nell’ambito di una programmazione di strategia e, di conseguenza, promosse in maniera adeguata. Del resto, per avere consapevolezza delle potenzialità di crescita di questa“industria in Campania”, basta guardare alle cifre contenute nelle tabelle relative al “volume d’affari complessivo” che certo tra il 2007 (236milioni di euro) ed il 2009 (216milioni di euro) ha subito un calo, ma non così significativo se confrontato con il pesante momento di crisi finanziaria globale che l’economia internazionale sta attraversando e le cui ripercussioni, non potevano non riverberarsi, allo stesso modo che in altre, anche sulla nostra regione e sul settore dello spettacolo, allontanando una fetta cospicua degli “spettatori” che dai 17milioni del 2007 sono scesi ai 15milioni del 2009; nonché in quelle relative al numero degli addetti del settore che in Campania, nonostante tutto e fortunatamente sono ancora oltre 12mila e dagli “investimenti” che nel triennio 2007/2009 – a dispetto della crisi di cui sopra– hanno toccato quota 120milioni di euro. Un settore, quindi, quello dello spettacolo che, alla luce delle premesse e delle potenzialità che lo connotano, può ancora dare tanto allo sviluppo della Campania. Ecco perché non va abbandonato a se stesso, ma accompagnato e sostenuto, con investimenti mirati al suo ammodernamento. Anche in termini di rinnovamento delle strutture teatrali e cinematografiche esistenti, aiutandole a non perdere terreno di fronte all’innovazione tecnologica ed all’avvento del digitale che avanzano a velocità supersonica.
Luciano Schifone, Consigliere regionale delegato allo Spettacolo, Presidente del Tavolo Regionale del Partenariato